PRANZO di PASQUA 2023
- Prosciutto crudo tagliato a mano
- Il nostro capocollo
- Il nostro salame
- La nostra soprassata
- Uovo benedetto in salsa Pasquale
- Crostino nero toscano
- Frittata con le rombece
Primi piatti con paste fatte da noi
Frascatelli di Marciano della Chiana
Pasta al forno di”rombece” e porcini
Spaghetti Pasqualini
Secondi piatti e contorni
Agnello arrosto all’aretina
Con patate arrosto e spinaci
Tagliata di chianina al rosmarino
Con insalata di campo “…si la trovo”
COLOMBA “PASQUALE” artigianale
Acqua e vino sangiovese della casa con caffè e liquori il tutto a €. 50
Cenone dell’ultimo dell’anno 2022 salutando il 2023
Cenone dell’ultimo dell’anno, 31 dicembre, 2022
Antipasto ;
_ Prosciutto crudo nostro
_ Il nostro salame
_ Il capocollo
_ Crostino nero zuppato in brodo
_ Sformato fagioli borlotti e soprassata
_ Trippa di vitello al vinsanto e lo zafferano
Primi ;
– La cipollata aretina
– Pici all’aglione
- Antica pasta al forno con il sugo d’ocio dei mezzadri della valdichiana
Secondi ;
– Maialino da latte arrosto con aglio incamiciato e finocchio selvatico
cipolle rosse cotte sotto la cenere e patate arrosto
– Tagliata di chianina al rosmarino
con insalata verde o se la trovo di campo
Dolce ;
Millefoglie crema chantilly e brindisi Augurale con Moscato Fontanafredda
Sono incluse le bottiglie d’acqua La verna e il vino rosso della casa che è un Cabernet, Sangiovese .
Caffè e eventuali amari
Il tutto ad euro 60
Per ulteriori informazioni potete contattarmi al 335 5912812 oppure 0575 845362
Pranzo di Natale, 25 dicembre 2022

Antipasto ;
_ Prosciutto crudo nostro
_ Il nostro salame
_ Il capocollo
_ Crostino nero zuppato in brodo
_ Crostino bianco delle feste
_ Scapi d’aglione sottolio
_ Trippa di vitello al vinsanto e lo zafferano
Primi ;
– Tortellini in brodo
- Pici alla nana
Secondi ;
– Maialino da latte arrosto con aglio incamiciato e finocchio selvatico
cipolle rosse cotte sotto la cenere e patate arrosto
– Tagliata di chianina al rosmarino
con insalata verde o se la trovo di campo
Dolce ;
Panettone artigianale e brindisi Augurale con Moscato Fontanafredda.
Sono incluse le bottiglie d’acqua naturale e frizzante“ La Verna “ e il vino rosso della casa che è un Cabernet- Sangiovese .
Caffè e eventuali amari
Il tutto ad euro 60
Cena col Billo n l’aia
Cena col Billo che n c’è più
Venerdi 11 Settembre
Voglio ricordare un piatto ormai in disuso e che si faceva goliardicamente sulla campagna aretina il billo farcito con una sorta di soprassata aromatizzata di aglio, fiori di finocchio selvatico, rosmarino, salvia sale e pepe . Prima però voglio anche ricordare quella soluzione contadina per portar un piatto caldo ai braccianti nei campi che era l’antica pasta al forno senza besciamella al sugo d’ocio. Il tutto bagnato da un’ottimo rosso di Montecucco “ Parmoleto “ concludiamo a cantucci e vinsanto godendo degli utimi freschi estivi …. Vi aspetto
Seconda cena di pesce di Luglio
Venerdi 24 Luglio II cena di pesce
Nella storica piazza di Marciano della Chiana
che dette inizio alla storia della Toscana……
Aperitivo di prosecco pansanto e sardine
Carpaccio di tinca affumicata
Crostino bianco delle feste
Fagioli purgatorio e filetti di persico
Bruschette di pesce
Primo di pasta fatta da noi ;
Tagliatelle ai gamberi di fiume e zucchine
Secondi ;
Spiedini di persico,boccalone cioè il persico trota e di carpa gratinati al forno con le patate arrosto
Anguilla al tegamaccio con cipolle rosse cotte sotto cenere
Dolci ;
Quello povero de pescatori bagno con il latte e la cannella
acqua e vino bianco Vermentino di Parmoleto
Caffè,
€.30
N.B. amari esclusi , massimo 20 persone
Il pesce degli aretini venerdi 26 Giugno 2020 in Piazza Fanfulla di Marciano della Chiana
“Il pesce degli aretini”
Venerdi 26 Giugno2020
www.osterialavecchiarota.it
Le terre aretine anticamente furono terre sicuramente ricche di pesce come ci documentano i tributi che venivano pagati alle famiglie nobili attraverso il pescato come le trote e i barbi.
I nostri territori, tanto quelli paludosi della valdichiana che comunque erano ricchi di torrenti e che come possiamo vedere anche nella mappa quattrocentesca del Leonardo da Vinci la quale raffigura con esattezza quel periodo storico in qui torrenti più o meno grossi confluivano in piano dove l’acqua rimaneva comunque stagna ma certamente rendeva diffusa la pesca, pesci piccoli come i barbi le lasche le anguille o le ranocchie erano quelli più diffusi.
In Casentino i torrenti e una parte dell’arno avranno regalato alle loro popolazioni pesci anche più interessanti come le trote , carpe regine o lucci.
Stessa cosa per le terre della Valtiberina e gli stessi laghi intorno a tutto questo territorio come il lago Trasimeno o quello più minore di Chiusi davano tutti assieme delle esperienze di pesca alle popolazioni autoctone.
La non eccessivà varietà di pesce e il suo non eccessivo pregio non riuscì a caratterizzare il cibo degli aretini , soprattutto dopo la bonifica, ciò nonostante di quel, forse, più pescoso passato ci vengono consegnati piatti che le nostre buone massaie seppero interpretare al gusto dei loro uomini ai quali sicuramente piaceva bere del buon vino, ecco perchè ad esempio si chiamavano l’anguilla o il tegamaccio “in ginocchioni”, questo perchè il pesce veniva ben, bene, impepato e poi successivamente nel tempo anche arricchito con del peperoncino così che avrebbero fatto bere più del solito e i commensali sarebbe finiti appunto “in ginocchioni” .
Comunque gli aretini del passato secolo preferirono nelle loro giornaliere mangiate il baccalà o il tonno ( ventresca o tarantella) che arrivava tramite i porti della Sicilia via Pisa e che avrebbero mangiato nelle più svariate maniere, alla brace o lesso in primi piatti come le minestre di ceci con il baccalà o cotti sopra la brace di canne di bambù che avrebbe affumicato il pesce.
Uno spazio veniva lasciato anche alle amatissime acciughe o le più liscose e squamose sarde e avevano imparato a farne la salamoia per poi conservarle e mangiarle a comodo e come non poter ricordare le aringhe che nei tempi di magra venivano attaccate ai travi con un filo e tiratesi l’un l’altro, agguantate da due fette di pane abrustolito e agliato, così sdrusciandola cercando di prelevare qualcosa di sostazioso e se andava male solo l’odore del pesce e con un giro d’olio gli pareva di saziarsi( è proprio vero che la comicità sia talvolta l’eccesso del dramma ).
Anche le regine o carpe che vuol si dire assieme al persico reale del Trasimeno e dove le regine arrivano anche ad essere Kg. 25 – 30 l’una e vanno cotte in forno con la tecnica nostrale, della porchetta con il finocchio selvatico, rappresentano l’occasione per ottimi piatti che oggi sono praticamente scomparsi dalle tavole degli aretini certo che il contributo a tutto ciò è stato dato negli ultimi cinquant’anni dal degrado dei nostri corsi d’acqua.
Ho cercato di rivedere alcuni trà i piatti della tradizione aretina e vi assicuro di aver scoperto un mondo ancora ricco di ricordi e di esperienze che sarà sicuramente bene anche approfondire quindi colgo l’occasione invitando tutti coloro che avranno a leggere queste mie righe ( quasi fosse un’appello dentro una bottiglia lanciata in questo mare di internet) a ricordarsi e ricordarci altre ricette ed esperienze particolari con cui si è visto mangiare un pesce di fiume o di mare ( dai nostri nonni o così ci hanno raccontato dei loro nonni i nostri padri) e di farmelo sapere in maniera da recuperare e conservarlo anche nella memoria collettiva.
Vi aspetto naturalmente numerosi in questa interessante serata anche se non potremo accogliere più di 30 persone e se la cosa susciterà interesse andremo ripetendola anche il prossimo venerdi .
Di seguito il Menù ;
Aperitivo di prosecco pansanto e sardine
Carpaccio di tinca affumicata
Insalata di filetti di carpa regina e persico
Crostino alle uova di carpa regina
Lasche di Guido Monaco
Primi di paste fatte da noi ;
Tagliolini alla tinca affumicata
Gnudi all’ortica e ricotta alle uova di luccio
Secondi ;
Luccio cotto arrosto come se faceva in valdichiana servito con la salsa verde
e cipolle rosse cotte sotto la cenere con patate arrosto.
Dolci ;
Quello povero de pescatori bagno con il latte e la cannella
acqua e vino bianco Vermentino di Montecucco Parmoleto
Caffè,
€.30
N.B. amari esclusi
Fieri dell’amministrazione de Comune di Marciano della Chiana
Il 23 Maggio del 1992 la strage di Capaci
Non mi interessa che voi siate di destra, di centro o di sinistra mi importa che abbiate ricordato con un semplice gesto, appunto del lenzuolo bianco, la solidarietà di tutti i cittadini di Marciano della Chiana da voi rappresentati nel sacrificio del magistrato antimafia Giovanni Falcone di sua moglie Francesca Morvillo , anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Vi furono 23 feriti, fra i quali gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza.
Persero la loro vita per la nostra liberta e per la nostra democrazia.
“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.”
S’arparte ce s’arprova sabato 23 Maggio
Le patate arrosto ” Quante son bone “
Video ricetta del Carpaccio di Tinca affumicata
MASSIMO & ALESSANDRO DALL’OSTERIA VI REGALANO CIBI DELLA VALDICHIANA ORMAI DIMENTICATI